Circolo vizioso dieta-disturbo alimentare
Più del 90% dei disturbi dell’alimentazione comincia con una dieta. Nella maggior parte dei casi si intraprende una dieta con lo scopo di perdere perso, in altri casi la restrizione alimentare è attribuita a gonfiori addominali, a difficoltà digestive, o ad una semplice diminuzione dell’appetito. Sembra che qualsiasi tipo di restrizione alimentare che comporti una significativa perdita di peso possa aumentare il rischio di sviluppare un disturbo dell’alimentazione, soprattutto se nella dieta viene drasticamente diminuito l’introito di carboidrati complessi (presenti nel pane, nei cereali, nella pasta, nel riso).
Quando si comincia una dieta ipocalorica, soprattutto se la dieta non è bilanciata, l’organismo reagisce attivando l’utilizzazione di energie e risorse supplementari allo scopo di procurarsi altro cibo (è una reazione dettata dai meccanismi di sopravvivenza). Inizialmente, quindi, nonostante la perdita di peso, la persona si può sentire bene, in “forze” e di buon umore, talvolta addirittura euforica. Questa fase viene chiamata “luna di miele”. La persona può già avere a questo punto delle modificazioni del carattere, diventando più efficiente, più ordinato e, in realtà, anche più rigido, ansioso e inflessibile. Col passare del tempo, le carenze nutrizionali aumentano l’irritabilità, la persona diventa “diversa” rispetto a come era prima e può subentrare uno stato depressivo. Questa emotività negativa può spingere a rafforzare ancora di più la restrizione nel tentativo di ritrovare lo stato di benessere iniziale, nonostante il bisogno fisiologico di mangiare sia impellente.
Le persone a questo punto possono reagire in due modi diversi:
1. continuare a restringere l’alimentazione con la convinzione di ritrovare la sensazione di energia iniziale e di riuscire ad esercitare un controllo quasi ascetico sulla sensazione di fame e sul cibo;
2. perdere il controllo sul cibo (crisi bulimiche) per poi cercare di ritrovarlo attraverso il ritorno al digiuno o col ricorso al vomito o ad altri comportamenti compensatori. Le crisi bulimiche e i comportamenti utilizzati per cercare di eliminare le calorie causano delle alterazioni nei meccanismi di controllo della fame e sazietà che possono provocare nuovamente le crisi bulimiche (vedi bulimia nervosa).
In entrambe le situazioni, si instaura in questo modo un circolo vizioso che mantiene il disturbo dell’alimentazione.